martedì 3 marzo 2015

Sette passi per il digiuno - Padre Armando Favero

Non partiremo a razzo nella strada verso il digiuno a pane ed acqua, che la Regina della Pace ci chiede dal 26 Giugno 1981. Il digiuno indicatoci dalla Regina della Pace non è un sassolino da scavalcare con un semplice passo, ma è un masso che ha bisogno di una scala graduata. Dobbiamo prima di tutto mettere la scala su questo masso e pian piano raggiungeremo sulla cima.

Primo passo
Il primo passo consiste nel trovare delle motivazioni forti per farlo. Non faremo il digiuno per nutrire il nostro orgoglio (“Guardate: riusciamo a fare il digiuno che chiede la Madonna!”), ma sarà un’offerta per qualcuno che ha bisogno di ottenere delle grazie importanti. Il problema è prima di tutto nella nostra testa e nelle nostre convinzioni. Se ci sono motivazioni forti, se la nostra salute è buona e normale, non ci saranno problemi quando ci decideremo a digiunare: non girerà la testa, non ci sentiremo strani…
Il primo passo è dunque decidersi di scalare questa montagna con delle motivazioni adeguate!…Mettere la scala sull’ostacolo da superare!...
Tre sguardi ci possono perciò aiutare.
Il primo sguardo è verso il Signore che mettiamo al primo posto nella nostra vita. E’ uno sguardo che ci porta fuori di noi, ma che ci fa tornare in noi stessi pieni di stupore e di gioia, nel constatare l’Amore di Dio per noi! Per questo decidiamo di rispondere al Suo Amore (Pensiamo al Beato Francesco di Fatima: che cosa lo ha determinato a fare penitenze e sacrifici? Il dolore di Maria e la visione dell’Inferno).
Il secondo sguardo è verso gli altri che amiamo, che hanno bisogno di noi, che implorano il nostro aiuto, ai quali abbiamo promesso aiuto, persone che si trovano in situazioni davvero difficili e che, come nel Buon Samaritano, suscitano compassione. Per questo decidiamo di non dire a loro solo belle parole (“poveretto, poveretta…”), ma di fare qualcosa di concreto per loro, mostrando un amore vero e concreto.
Il terzo sguardo lo rivolgiamo infine verso di noi. Quando dobbiamo fare una qualche rinuncia, abbiamo l’impressione di “perdere” (ci manca qualcosa e ne siamo infastiditi). In realtà con le rinunce andiamo verso una più grande libertà, verso la conquista di un qualcosa di nuovo, verso una più piena realizzazione.
Cerchiamo di lavorare in questo primo passo su motivazioni valide per il digiuno e di verificare le nostre convinzioni (fino a che punto amiamo Dio, gli altri, noi stessi?). Quando in seguito troveremo difficile digiunare dobbiamo tornare a verificare il punto di partenza di questo cammino, e riprendere il filo che tesse la tela.
A te si volge il nostro sguardo, o Signore, per trarre ispirazioni nuove per la nostra vita.
Secondo passo
Se vogliamo davvero “fare il bene” dobbiamo aprirci all’amore di Dio attraverso Gesù, lasciarci amare da Lui, fare l’esperienza forte dell’Amore di Dio per ciascuno di noi. Allora anche il nostro digiuno scaturirà come dono dell’Amore di Dio, e da Lui impareremo a donare con gratuità.
Il nostro secondo passaggio continua dunque con lo sguardo rivolto a Gesù, che ci rivela l’Amore del Padre e si svilupperà in una risposta di amore e di gratuità.
Concretamente in questo secondo passo contempleremo l’Amore di Gesù e ci eserciteremo nell’offrire ogni giorno qualcosa di buono e di positivo, ma facendolo per gratuità.
Ad esempio diremo: “Oggi offro al Signore il caffè”, oppure: “Oggi offro la frutta…il dolce…il vino o altre bibite…” Ma cominceremo già a cogliere la gioia che nasce non da una rinuncia, ma da un dono, da una offerta d’amore gratuito. E’ molto bello ricordare la parabola del mercante che trova la perla più preziosa, per avere la quale dà tutte le altre pietre (non dunque sassolini o cose che non gli servono più… o di cui vuole disfarsi!). Sarà un bell’esercizio, ma cominceremo concretamente a “liberare” il cuore e a muovere i primi passi sulla strada del “digiuno”.
Questo è dunque un passaggio facile, ma decisivo e fondamentale per tutta la nostra vita spirituale.
Rompiamo il ghiaccio! Impariamo la gratuità del dono, la gratuità dell’amore!
Da Gesù impariamo a fare della nostra vita un dono!
Ci nutriamo di Lui, perché Lui viva e operi in noi!
A Lui offriamo la nostra vita, per ritrovarla centuplicata!
Con Cristo, per Cristo e in Cristo!…
Terzo passo
Se vogliamo essere persone davvero libere, capaci di poter fare ciò che si vuole davvero, bisogna imparare a imbrigliare tutti quei pensieri, che “non sono secondo Dio”. Aiuta molto questo passaggio il relativizzare quello che Satana assolutizza nella nostra mente e nel nostro cuore, e mettere nel nostro cuore quei pensieri che “sono secondo Dio”. E’ infatti Lui che dobbiamo assolutizzare! Questo è dunque un passaggio molto impegnativo e molto vasto, come proprio Gesù ci ha detto esplicitamente!
Come l’uomo delle nuvole, dipingiamo nel nostro Cielo solo pensieri di bene, di bontà e di verità! Per questo sarà proprio necessario staccarsi dalla terra, con la lunga scala della preghiera e dell’ascolto della Parola di Dio!
Quarto passo
In questo passo torniamo e completiamo il secondo, quello che riguardava la “gratuità”.
Ma qui ci impegneremo ad assumere uno stile di vita interiore ed esteriore, che andremo ad attingere dal Signore e che diffonderemo attorno a noi senza stancarci.
Dobbiamo lasciarci rivestire di bontà, che è la natura stessa di Dio, ed essere come la “donna vestita di sole”, vestita del sole dell’amore di Dio, vestita di Dio stesso. In questo tempo diffonderemo la luce di questo “Sole Nuovo”, prima di tutto nelle nostre famiglie e poi, faremo come i pastori di Betlemme, la diffonderemo ovunque andremo. Le parole di Paolo apostolo possono illuminare e stimolare la nostra vita. “Vi siete rivestiti di Cristo” (Gal. 3,27; 2 Cor. 5,2). “Dovete rivestire l’uomo nuovo” (Ef. 4,24). “Rivestitevi dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza, sopportandovi a vicenda e perdonandovi, scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Al di sopra di tutto poi vi sia la carità, che è il vincolo della perfezione. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E siate riconoscenti…” (Col. 3, 12-17).
Questo passo è davvero impegnativo perché non riguarda solo il foro esterno, ma soprattutto il foro interno, cioè il nostro cuore. Qui si tratta davvero di “essere” altri Gesù e non solo di “apparire”!
Le feste e le ricorrenze sono un’ottima occasione per vivere l’Amore di Dio e per incarnarlo fino in fondo, senza chiuderci nei nostri egoismi. A volte può bastare fare anche solo una telefonata…
Qui facciamo davvero un salto di qualità. Non bastano più le nostre gambe e i nostri muscoli per superare certi ostacoli: occorre la Grazia di Dio, occorre lasciarci rivestire della forza di Dio, per mettere le ali ai piedi e fare quello che alla natura umana non è possibile. Per essere autentici discepoli di Cristo, per vivere certi Messaggi della Regina della Pace, in certi momenti della vita non è sufficiente ragionare e neppure fare cose ragionevoli, ma occorre proprio entrare nella dimensione soprannaturale della vita. Solo così potremo ricostruire in noi “l’immagine e la somiglianza di Dio”.
Quinto passo
Impariamo a controllare le nostre parole. Può essere facile parlare, trasmettere un messaggio.
E’ certamente più difficile tacere e vivere. Questo passaggio ci invita a curare la verità del nostro essere davanti a Dio. E’ proprio rimanendo con verità davanti a Dio che impariamo a stare con verità anche davanti agli uomini. Il 1° Agosto1985 ci suggeriva come pregare: “Per favorire il vostro raccoglimento interiore, ripetete spesso queste parole “La mia anima è piena di amore come il mare, il mio cuore è pieno di pace come il fiume. Non sono santo, ma sono invitato ad esserlo”. Se penseremo questo quando siamo davanti a Dio, penseremo la stessa cosa anche quando siamo davanti ai nostri fratelli.
Per parlare con la vita è importante saper tacere e saper ascoltare; è importante saper apprendere per poter trasmettere con fedeltà e autenticità il lieto messaggio di Dio.
Allora decidi prima di tutto di fermarti e di scegliere chi ascoltare. E poi di ascoltare bene per apprendere bene. E infine applicati ad imparare come far giungere al cuore un messaggio: con la vita. Allora, il silenzio non significa vuoto di pensiero o di parole, ma sintonia profonda con una Persona, che si ama e che perciò si ascolta. Poi non potremo trattenere per noi le belle cose udite che traspaiono dalla bocca e dalla vita. L’acqua del fiume di Dio, dopo aver toccato, irrigato, dissetato e saziato il nostro cuore, giungerà al cuore di quanti incontreremo nel nostro cammino.
In questo quinto passo ricorda questi cinque verbi:
fa’ silenzio, ascolta, apprendi, applica nella tua vita e trasmetti l’Amore di Dio.
Ascolta con attenzione: per poter trasmettere con fedeltà!
Ascolta con il sorriso: così fa chi sente una bella notizia e vuole trasmetterla!
Ascolta come un figlio: è tuo Padre, è tua Madre che ti parlano.
Sesto passo
Per iniziare il Digiuno in concreto…
Dopo aver compiuto i precedenti passaggi, iniziamo oggi a prendere il largo o ad alzarci in volo.
Ci decidiamo e cerchiamo di avere buone motivazioni. Poi inizieremo così: cominceremo a mangiare pane e acqua solo al pranzo del Venerdì, poi passeremo anche al pranzo del Mercoledì. Lungo il resto della giornata non prenderemo null’altro se non acqua e pane. Ma, a colazione e a cena, mangeremo senza abbuffarci! Cominceremo anche a fare lo stesso la sera di un Venerdì. Cercheremo di masticare molto e lentamente. Dovremo imparare a sentire le reazioni del nostro corpo e a controllarle. (…) Condisci il tempo con tanta preghiera…
Settimo passo
Eccoci giunti alla méta del nostro cammino verso il digiuno a pane ed acqua, che ci chiede la Regina della Pace di Medjugorje!
Si tratta di mangiare solo pane e acqua per tutta la giornata. La Regina della Pace non specifica la quantità, ma la qualità del nostro nutrimento, per cui possiamo mangiare al bisogno, ma solo pane e acqua per tutto il giorno! Certo, il pane può essere sostituito con grissini, fette biscottate, crakers non lavorati, pane integrale, pane di segala…, ma sempre pane! Anche l’acqua al mattino, o di giorno, soprattutto in certi periodi dell’anno può essere sostituita con l’acqua calda o appena tiepida, o fresca, oppure con una tisana senza limone e senza zucchero. Per arrivare a fare l’intera giornata a pane e acqua, bisogna avere una motivazione molto forte, direi “da disperati”, e il digiuno sarà più facile se, almeno all’inizio, è fatto in comunione con altre persone (del gruppo, con persone che condividono la spiritualità e anche la motivazione). Non bisogna però insistere a oltranza, col rischio di arrivare al rifiuto fisiologico del digiuno. E’, per questo, necessario “sentire” il proprio corpo, ed è necessario a volte anche sospendere per un po’ il digiuno, per rafforzare magari le motivazioni o altro, come se si dovesse fare un po’ di convalescenza dopo un ricovero in ospedale per accertamenti impegnativi. In tal caso si fanno i digiuni sostituitivi di cui ci ha parlato la Regina della Pace: il digiuno dal peccato senza dubbio, ma anche il digiuno della televisione, dell’alcool, del fumo, delle chiacchiere inutili, dei pensieri inutili, delle spese inutili.
Diceva San Giovanni Bosco che “un’ora di pazienza vale quanto un giorno di digiuno!” Come digiuno alternativo va bene, purché non sia la scusa per non fare più quello a pane e acqua! Dopo la pausa riprenderemo il digiuno. Il digiuno del Lunedì, chiesto dalla Regina della Pace, è fatto in onore dello Spirito Santo, quello del Mercoledì per riparare al tradimento di Giuda e anche ai nostri tradimenti, quello del Venerdì per onorare la Passione e Morte di Gesù, e la Santa Croce.
La Regina della Pace ci indica infine che nelle Solennità Liturgiche il digiuno è sospeso, per cui o non si fa proprio, oppure può essere anticipato o posticipato di un giorno. Ad esempio tutta la Settimana da Pasqua alla Domenica in Albis è Solennità, come tutta la Settimana dopo Natale. Infine, vi suggerisco un bellissimo libro sul digiuno: “Digiunate col cuore”, libro postumo di P. Slavko Barbaric OFM, libro che si può avere solo dalla ed. Mir di Medjugorje. A questo punto non mi resta altro che augurarvi “Buon Digiuno!” come ci chiede la Regina della Pace! Non dimentichiamo che col digiuno e la preghiera possiamo fermare anche le guerre, possiamo ottenere tutto: ce l’ha detto Lei!… Auguri!
Il digiuno ci rende liberi dalle dipendenze e da ogni vincolo!…



venerdì 20 febbraio 2015

Grandezza di S. Michele nel Nome


I. Considera come il nome di S. Michele Arcan­gelo è mirabile. Quando Manue, padre di Sansone, Lo interrogò, l'Angelo rispose: Il mio nome è mi­rabile. E veramente mirabile è il nome di San Michele, in qualunque modo s'interpreti. In primo luogo può significare due cose che sembrano con­trarie, cioè Umiltà di Dio e Castigo di Dio. Può significare Umiltà di Dio per la somma degnazione con cui S. Michele si volge ai piccoli e ai tribolati, amando gli umili e sollevando i pusillanimi. Può significare anche castigo di Dio per il terrore che incute ai superstiti, come la interpreta S. Panta­leone. Tale è S. Michele. Egli si abbassò a consolare Adamo peccatore, a confortare Giacobbe, a nu­trire ed incoraggiare Elia, a custodire Daniele tra i leoni, ma fu anche il terrore di Satana e il vin­citore dei demoni.

II. Considera quanto è mirabile e misterioso il nome di S. Michele che può significare anche Dife­sa. Egli con la sua presenza e protezione consola tutti, difende dai demoni con sovrana efficacia, aiuta con immense possibilità, non si ritira mai dal pre­stare soccorso a chi lo domanda. L'invocano i pic­coli, l'invocano i deboli e gli umili: a tutti il glo­rioso Arcangelo porge il suo braccio.

III. Considera come la significazione propria del nome di Michele è : Quis ut Deus? Chi è come Dio? Ciò esprime la sua grande umiltà in tanti doni di natura, di grazia e di gloria. Pur essendo Egli lo Spirito più nobile di tutti gli Spiriti, si sti­ma come un nulla innanzi a Dio, é con tale umilia­zione glorifica ed esalta Dio, dicendo insieme a Da­vide: «Quanto ho e posseggo, o Signore, mi spinge a dire che nessuno può rassomigliare a Voi». Impara, o cristiano, a venerare il nome di Michele procura di pronunziarlo con rispetto e con fiducia, ogni volta che il demonio ti minaccia o la tribo­lazione ti angustia, e ne sperimenterai mirabili ef­fetti.

APPARIZIONE DI S. MICHELE IN VARI LUOGHI

Nella Turingia a S. Bonifacio Apostolo di quelle parti, mentre combatteva alcuni eretici, apparve S. Michele Arcangelo con la Croce incoraggiandolo alla difesa della cattolica dottrina; in suo onore S. Boni­facio fece edificare un sontuoso tempio.

Nell'Austria apparve S. Michele alla B. Benve­nuta, la quale si adoperò a riaccendere la divozione verso il celeste Principe là dove si andava estin­guendo.

Nella Svezia apparve S. Michele Arcangelo a S. Brigida e l'indusse con sua figlia Catenina a recarsi sul Gargano ove sentì i canti angelici.

Nella Fiandra apparve ad un santo Vescovo affin­chè questi gli edificasse una chiesa; là S. Michele vie­ne molto venerato per i molti miracoli da lui com­piuti.

Nella Polonia apparve chiaramente in sogno a Lesco Negro Duca di Cracovia e di Sandomiria e lo confortò assicurandogli la vittoria contro gli Jacziuin­ci e i Lituani. E così avvenne. Infatti dopo averli inseguiti mise a morte quasi tutti i primi, ed i secondi in gran parte perirono per i vari disagi, si uccisero da se stessi, ma dei polacchi nessuno peri, cosicché S. Mi­chele fu proclamato speciale protettore di quel Regno.

In Ungheria apparve S. Michele sotto Belisario e promise e diede trionfo e vittoria ai cristiani con la sconfitta del poderoso esercito di Maometto II, impe­ratore dei Turchi.

PREGHIERA

O ammirabile Principe, gloriosissimo S. Miche il vostro nome è eccelso, grande e meraviglioso: sia sempre benedetto Dio, che Vi diede nome si gran­de, che dopo quello di Gesù e di Maria SS. non c'è tra le creature altro nome sì ammirabile e potente. DegnateVi farmi sperimentare quei portentosi aiuti, di cui Vi arricchì la mano di Dio. Il vostro nome sia il mio aiuto nei pericoli, il sostegno nelle cadute, il sollievo nelle angustie, il conforto nelle tribola­zioni, e lo scudo di difesa contro i nemici infernali in vita ed in morte. Così sia.

SALUTAZIONE

Io Vi saluto, o S. Michele; veneranda virtù e dolce nome.

FIORETTO

Dirai per nove volte: Sia benedetto il nome di S. Mi­chele Arcangelo e reciterai nove Gloria Patri alla SS. Tri­nità in ringraziamento del nome dato al Principe degli Angeli.

Preghiamo l’Angelo Custode: Angelo di Dio, che sei il mio custode, illu­mina, custodisci, reggi e governa me, che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen.
Angelo, mio custode, infaticabile collaboratore della mia salvezza eterna che mi elargisci in ogni momento innumerevoli benefici, ti saluto e ti ringrazio, insieme a tutto il coro dei Serafini che, accesi della divina carità, sono eletti ad infiammare i nostri cuori. Ti prego di accendere nell'ani­ma mia una scintilla di quello stesso angeli­co amore affinché, distrutto in me tutto quel­lo che é del mondo e secondo la carne, possa, senza ostacolo, contemplare le cose celesti. Dopo aver corrisposto, sempre fedel­mente la tua amorevole premura su questa terra, possa lodarti, ringraziarti e amarti nel Regno dei Cieli. Amen. Angelo di Dio

fonte: preghieregesuemaria




venerdì 13 febbraio 2015

La statua della Madonna non c’è, ma la gente la vede, santuario di Nostra Signora di Lourdes ad Alta Gracia (Argentina)

Questa è la statua che originariamente si trovava nella nicchia ed ora è stata rimossa

Può sembrare incredibile, ma è vero. Nella nicchia della pala d’altare di una cappella del santuario di Nostra Signora di Lourdes ad Alta Gracia (Argentina) non c’è alcuna statua della Vergine, ma di fatto si può vedere la sua immagine anche se è stato verificato che il luogo è vuoto.
L’immagine non è piatta ma in rilievo, tridimensionale; si possono avvertire le pieghe del vestito. Assomiglia a un’olografia. Non è un’illusione psicologica frutto della devozione esaltata di alcuni pellegrini.
Tutti coloro che si recano al santuario – credenti o meno – la vedono, e resta registrata nelle fotografie che vengono scattate.

L’immagine si vede molto bene dalla porta d’ingresso e svanisce avvicinandosi all’altare.

Qui si vede chiaramente l’immagine della statua nella nicchia (ma la statua non c’è)


La cappella è stata costruita e benedetta nel 1927, e per molti anni al centro della pala d’altare c’è stata una statua della Madonna di Lourdes. Nell’agosto 2011 la statua è stata tolta dalla nicchia per essere restaurata. Uno dei sacerdoti del santuario si accingeva a chiudere la cappella e dalla porta principale ha visto un’immagine che sembrava di gesso nel luogo che prima era occupato dalla statua. Si è avvicinato e man mano che lo faceva vedeva che l’immagine svaniva. La statua non era lì, ma dove era stata riposta.
Di fronte al fenomeno, visibile per chiunque si rechi sul posto, i frati carmelitani scalzi del santuario di Nostra Signora di Lourdes hanno diffuso un comunicato in cui affermavano: “La manifestazione dell’immagine della Santissima Vergine Maria non ha finora una spiegazione razionale. Deve essere interpretata dal popolo di Dio come un segno per aumentare e approfondire la fede cristiana e suscitare nel cuore degli uomini la conversione all’amore di Dio e la partecipazione alla vita della Chiesa”.

Avvicinandosi all’altare si può notare che l’immagine della statua scompare

La cappella si trova in un ampio edificio situato in un parco di vari ettari nel quale nel 1916 è stata inaugurata una replica della grotta di Massabielle, a Lourdes, in cui la Vergine è apparsa nel 1858 a Santa Bernadette Soubirous.
Il progetto e la realizzazione sono stati a carico di Guillermina Achával Rodríguez de Goyena e Delfina Bunge de Gálvez, scrittrice e moglie dello scrittore Manuel Gálvez.
Da quando è stata costruita la grotta, il luogo è diventato meta di pellegrinaggio con crescenti manifestazioni d’amore per la Madre di Dio. Nel 1922 è stata formata una commissione per costruire accanto alla grotta una cappella, la cui pietra angolare è stata collocata nel 1924 e che è stata benedetta dall’allora vescovo di Córdoba, monsignor José Anselmo Luque, nel 1927.


Il fenomeno è visibile da tutti, ed è anche fotografabile

fonte: Aleteia / Aica Agencia Informativa Católica Argentina