giovedì 21 marzo 2013

Confessioni a Padre Pio


Un signore, tra il 1954 e il 1955 andò a confessarsi da Padre Pio, a San Giovanni Rotondo. Quando finì l’accusa dei peccati padre Pio chiese: "Hai altro?" ed egli rispose, "No padre". Il padre ripeté la domanda: "Hai altro?" "No padre". Per la terza volta padre Pio gli chiese: "Hai altro?". Al reiterato diniego si scatenò l’uragano. Con la voce dello Spirito Santo padre Pio urlò: "Vattene! Vattene! Perché non sei pentito dei tuoi peccati!".
L’uomo rimase impietrito anche per la vergogna che provava di fronte a tanta gente. Quindi cercò di dire qualcosa…ma padre Pio continuò: "Stai zitto, chiacchierone, hai parlato abbastanza; ora voglio parlare io. E’ vero o non è vero che frequenti le sale da ballo?" – " Si padre" – "E non sai che il ballo è un invito al peccato?". Stupito non sapevo che dire: nel portafoglio avevo il tesserino di socio di una sala da ballo. Promisi di emendarmi e dopo tanto mi diede l’assoluzione.

Le bugie

Un giorno, un signore disse a Padre Pio. "Padre, dico bugie quando sono in compagnia, tanto per tenere in allegria gli amici.". E Padre Pio rispose: "Eh, vuoi andare all’inferno scherzando?!"

La mormorazione

La malizia del peccato della mormorazione consiste nel distruggere la reputazione e l’onore di un fratello che ha invece diritto a godere di stima.
Un giorno Padre Pio disse ad un penitente: "Quando tu mormori di una persona vuol dire che non l’ami, l’hai tolta dal cuore. Ma sappi che, quando togli uno dal tuo cuore, con quel tuo fratello se ne va via anche Gesù".
Una volta, invitato a benedire una casa, arrivato all’ingresso della cucina disse "Qui ci sono i serpenti, non entro". E ad un sacerdote che spesso ci andava per mangiare disse di non andarci più perché li si mormorava.

La bestemmia

Un uomo era originario delle Marche ed insieme ad un suo amico era partito dal suo paese con un camion per trasportare dei mobili vicino a San Giovanni Rotondo. Mentre facevano l’ultima salita, prima di giungere a destinazione, il camion si ruppe e si fermò. Ogni tentativo di farlo ripartire risultò vano. A quel punto l’autista perse la calma e preso dall’ira bestemmiò. Il giorno dopo i due uomini andarono a San Giovanni Rotondo dove uno dei due aveva una sorella. Tramite lei riuscirono a confessarsi da Padre Pio. Entrò il primo ma padre Pio non lo fece neanche inginocchiare e lo cacciò via. Venne poi il turno dell’autista che cominciò il colloquio e disse a Padre Pio: "Mi sono adirato". Ma Padre Pio gridò: "Sciagurato! Hai bestemmiato la Mamma nostra! Che ti ha fatto la Madonna?". E lo cacciò via.

Il demonio è molto vicino a coloro che bestemmiano.

In un albergo di San Giovanni Rotondo non si poteva riposare né di giorno né di notte perché c’era una bambina indemoniata che urlava da fare spavento. La mamma portava ogni giorno la piccola in Chiesa con la speranza che Padre Pio la liberasse dallo spirito del male. Anche qui il baccano che si verificava era indescrivibile. Una mattina dopo la confessione delle donne, nell’attraversare la chiesa per far ritorno in convento, Padre Pio si ritrovò davanti la bambina che urlava paurosamente, trattenuta a stento da due o tre uomini. Il Santo, stanco di tutto quel trambusto, diede una pestata sul piede e poi una violenta pacca sulla testa, gridando. "Mo basta!" La piccola cadde a terra esamine. Ad un medico presente il Padre disse di portarla a San Michele, al vicino santuario di Monte Sant’Angelo. Arrivati a destinazione, entrarono nella grotta dove è apparso san Michele. La bambina si rianimò ma non c’era verso di farla avvicinare all’altare dedicato all’Angelo. Ma ad un certo punto un frate riuscì a far toccare l’altare alla bambina. La bambina come folgorata cadde a terra. Si risvegliò più tardi come se non fosse successo nulla e con dolcezza chiese alla Mamma: "Mi compri un gelato?"
A quel punto il gruppo di persone ritornò a San Giovanni Rotondo per informare e ringraziare Padre Pio il quale disse alla Mamma: "Di a tuo marito che non bestemmiasse più, altrimenti il demonio ritorna".

Mancare all’Eucarestia

Un giovane medico, agli inizi degli anni ’50, andò a confessarsi da Padre Pio. Fece l’accusa dei suoi peccati e rimase in silenzio. Padre Pio chiese se avesse altro da aggiungere ma il medico risposte negativamente. Allora Padre Pio disse al medico "Ricordati che nei giorni festivi non si può mancare neanche ad una sola Messa, perché è peccato mortale". A quel punto il giovane ricordò di avere "saltato" un appuntamento domenicale con la Messa, qualche mese prima.

La magia

Padre Pio proibiva ogni forma di ricorso allo spiritismo ed alle pratiche dell’occulto. Una signora racconta: "Mi confessai da Padre Pio nel mese di novembre del 1948. Tra le altre cose disse al Padre che nella nostra famiglia eravamo preoccupati perché una zia leggeva le carte. Il padre con tono perentorio disse: "Gettate via subito quella roba".

Il divorzio

Nella famiglia unita e santa, Padre Pio vedeva il luogo dove germoglia la fede. Egli diceva. Il Divorzio è il passaporto per l’Inferno.
Una giovane signora, terminata la confessione dei propri peccati, ricevette la penitenza da Padre Pio che le disse: "Devi chiuderti nel silenzio della preghiera e salverai il tuo matrimonio".
La Signora rimase sorpresa perché il suo rapporto matrimoniale non aveva problemi. Dovette invece ricredersi di li a poco quando una tempesta colpì il suo rapporto matrimoniale. Lei era però preparata e seguendo il consiglio di Padre Pio, superò quel triste momento evitando la distruzione della famiglia.

L’Aborto

Un giorno, padre Pellegrino chiese a Padre Pio: "Padre, lei stamattina ha negato l’assoluzione per un procurato aborto ad una signora. Perché è stato tanto rigoroso con quella povera disgraziata?".
Padre Pio rispose: "Il giorno in cui gli uomini, spaventati dal, come si dice, boom economico, dai danni fisici o dai sacrifici economici, perderanno l’orrore dell’aborto, sarà un giorno terribile per l’umanità. Perché è proprio quello il giorno in cui dovrebbero dimostrare di averne orrore. L’aborto non è soltanto omicidio ma pure suicidio. E con coloro che vediamo sull’orlo di commettere con un solo colpo l’uno e l’altro delitto, vogliamo avere il coraggio di mostrare la nostra fede? Vogliamo recuperarli si o no?"
"Perché suicidio?" chiese padre Pellegrino.
"Assalito da una di quelle insolite furie divine, compensato da uno sconfinato entroterra di dolcezza e di bontà, padre Pio rispose: "Capiresti questo suicidio della razza umana, se con l’occhio della ragione, vedessi "la bellezza e la gioia" della terra popolata di vecchi e spopolata di bambini: bruciata come un deserto. Se riflettessi, allora si che capiresti la duplice gravità dell’aborto: con l’aborto si mutila sempre anche la vita dei genitori. Questi genitori vorrei cospargerli con le ceneri dei loro feti distrutti, per inchiodarli alle loro responsabilità e per negare ad essi la possibilità di appello alla propria ignoranza. I resti di un procurato aborto non vanno seppelliti con falsi riguardi e falsa pietà. Sarebbe un abominevole ipocrisia. Quelle ceneri vanno sbattute sulle facce di bronzo dei genitori assassini.
Il mio rigore, in quanto difende il sopraggiungere dei bambini al mondo è sempre un atto di fede e di speranza nei nostri incontri con Dio sulla terra.


“Chiunque parlerà contro il Figlio dell’Uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato”.


“Chiunque parlerà contro il Figlio dell’Uomo, gli sarà perdonato; ma a chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato”.


Rappresenta una delle frasi più misteriose dette da Gesù, ma non voleva lasciarla nel mistero, come sempre era perfetta la definizione che dava ad ogni cosa, e l’atteggiamento di quanti rifiutano il perdono da Dio, è una bestemmia che non potrà ricevere alcuna Grazia. Trascrivo quanto ho già scritto nel mio libro “La corruzione nella Chiesa” riguardo la bestemmia contro lo Spirito Santo.

«Dopo avere chiarito cosa avverrà a chi Lo riconoscerà e a chi Lo rifiuterà, Gesù afferma che “chi bestemmierà lo Spirito Santo, non sarà perdonato”.

La confusione su questa frase è immensa, ognuno dà una spiegazione personale, secondo la maturità della vita spirituale. In effetti, sembrerebbe delimitare la misericordia infinita di Gesù, il suo desiderio di salvare tutti i peccatori.
Bisogna chiarire due cose: il peccato della bestemmia può essere perdonato nella Confessione, ma la bestemmia contro lo Spirito Santo non può essere perdonata.

Separiamo la bestemmia come tale e l’atteggiamento peccaminoso che è un oltraggio allo Spirito Santo.

“La bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata”, si spiega che con molta difficoltà si otterrà il perdono, non per mancanza di amore o di potenza di Dio (è dogma di Fede che la Chiesa può rimettere tutti i peccati senza alcuna eccezione) ma per la chiusura all’azione della Grazia da parte di chi commette quel peccato.

Non è Gesù a rifiutare il perdono, è il peccatore a rifiutare il perdono.

La maggior parte non se ne rende conto, tanto è ottenebrato l’intelletto, non ha alcun desiderio di chiedere perdono a Gesù. E questo succede anche a tutti coloro che pur pregando (!?), hanno una condotta di vita spregiudicata e insensibile alle cose di Dio. Non si tratta del classico peccatore come lo intendiamo, che può, senza limiti e alcun problema, convertirsi e cominciare una vita santa.

Riguarda chi riconosce che determinate opere sono di Gesù e nella sua follia le attribuisce al diavolo. Perché non è interessato a Gesù né alla vita di Grazia.

Succede soprattutto a Sacerdoti e Prelati. Nessuno è escluso.

Quindi, la bestemmia contro lo Spirito Santo è quella di coloro, che chiudono gli occhi davanti alle opere di Dio, e respingono ostinatamente le sue opere, addirittura attribuendole al diavolo, identificando così lo Spirito Santo con lo spirito maligno, come facevano i farisei.

Vediamo innanzitutto i sei peccati contro lo Spirito Santo indicati dal Catechismo:

1) l’impugnazione della verità conosciuta;

2) l’invidia della Grazia altrui;

3) la disperazione della salvezza;

4) la presunzione di salvarsi senza merito;

5) l’ostinazione nel peccato;

6) l’impenitenza finale.

Si tratta di ostinazione nel peccato, e viene commessa sapendo di andare contro Dio, è un’irriverenza ribelle, arrecando umiliazione intenzionale alle cose legate a Dio, sapendo con precisione a chi dichiara guerra.

E un Prelato iscritto alla Massoneria commette il peccato contro lo Spirito Santo.

Una malattia viene dichiarata insanabile quando l’ammalato rifiuta la medicina, allo stesso modo c’è una specie di peccato che non si rimette né si perdona, perché il peccatore rifugge dalla Grazia di Dio, che è il rimedio suo proprio. Rifugge perché rifiuta la Grazia.

Addirittura avversa la Grazia di Dio, la combatte nelle persone oneste, la vuole sradicare dal mondo.
Questa è la bestemmia contro lo Spirito Santo e non può essere perdonata, perché il peccatore non riuscirà più a tornare indietro. Gode addirittura di rimanere nella disperazione perché l’odio verso Dio lo rende folle, lo acceca, lo fa diventare come un demonio.

Lo afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica: “La misericordia di Dio non conosce limiti, ma chi deliberatamente rifiuta di accoglierla attraverso il pentimento, respinge il perdono dei propri peccati e la salvezza offerta dallo Spirito Santo” (CCC 1864).

Il peccatore dovrebbe rivolgersi a Gesù con un atteggiamento di riconoscenza, non di bestemmia.
Dio può aprirsi la strada nonostante tutti gli ostacoli frapposti dagli uomini, ma può anche talvolta abbandonare certi progetti di misericordia per la durezza di cuore di questi stessi uomini.

In ogni caso, guai a coloro che, chiamati a collaborare a questi progetti divini con la migliore disposizione di mente e spirito, si oppongono di fatto ai suoi disegni, troppo legati come sono a vedute, istituzioni e criteri puramente umani.

Chi tradisce Gesù non desidera più la sua Misericordia, rimane indifferente alla sua Grazia. I Prelati massoni sono ancora più responsabili, non solo Lo tradiscono, ma si adoperano per distruggere la sana dottrina tradizionale dell’unica Chiesa fondata dalla Santissima Trinità».

È una spiegazione molto chiara sulla bestemmia contro lo Spirito Santo, era l’atteggiamento utilizzato dai farisei contro Gesù: essi si chiudevano alla Grazia di Dio perché negavano l’evidenza ed attribuivano al demonio quanto compiva il Figlio di Dio. I farisei dinanzi all’evidenza di molti miracoli compiuti da Gesù, avevano la sfacciataggine di negare l’evidenza tanto era ottenebrato e indurito il loro cuore.

I farisei di allora e quelli di oggi non vogliono piegare l’intelligenza alla verità provata e non trovano altra soluzione se non quella di attribuire al demonio le opere compiute da Gesù e dai suoi seguaci autentici. Peccano contro lo Spirito Santo quanti chiudono occhi e mente dinanzi alle opere sante di Dio. Essi si chiudono alla Grazia e non se ne rendono conto, negano così implicitamente la stessa esistenza di Dio.

Gesù perdona tutti i peccati nell’infinita misericordia contenuta nel suo Cuore, ma per ottenere il perdono bisogna riconoscere il peccato, disposizione interiore assente in coloro che chiudono la porta al pentimento perché si considerano nella verità e non comprendono la gravità delle loro parole e delle loro opere.

Chi non cambia certe disposizioni interiori ostinate e piene di cattiveria, si sottrae da sé al perdono di Dio.
Moltissime coscienze sono deformate perché questi cristiani presumono di avere il diritto di perseverare nel male, di agire seguendo i loro pensieri senza più confrontarsi con la parola di Dio. Occorre pregare molto per quei familiari ridotti in queste condizioni, ogni giorno bisogna chiedere alla Madonna il cambiamento del cuore e di renderli umili e sinceri. Cominciamo da noi stessi, verifichiamo se c’è qualche aspetto indurito e proponiamoci un radicale cambiamento.

Il danno più grave per un cristiano è la perdita del senso del peccato. Quando non si ha più un limite da rispettare, si pecca di continuo e si cade nel peccato contro lo Spirito Santo, in quanto poi non si avrà più la forza spirituale di confessarsi con un pentimento sincero ed umile.

Il cuore indurito conduce il cristiano verso il paganesimo, pur frequentando la Messa e pregando ogni giorno, ma la sua mentalità è più mondana che spirituale. Cerca i piaceri del mondo invece di piacere a Gesù con una vita onesta ed autentica. Arriva a giudicare con criteri molto lontani dalla Legge di Dio, come se Egli non esistesse o non avesse nulla da dividere.

Questa coscienza rilassata e confusa deve cambiare orientamento, principalmente deve rientrare in sé e scoprire questa penosa condizione, poi deve purificarsi iniziando con il rinnegamento verso tutto ciò che si oppone al Vangelo, quindi all’amore, alla verità, alla bontà. Se non si avverte il peso dei peccati, nel cuore c’è ancora la presenza dell’insensibilità spirituale, perché solo una condizione ci dice che amiamo Gesù: quando si sentono le mancanze come offese commesse contro Gesù.

Così avviene in una buona famiglia: le mancanze di un figlio o di un genitore fanno soffrire tutti gli altri familiari.
Per resistere alle tentazioni ed evitare di peccare facilmente, occorre avere un punto di riferimento, bisogna indirizzare cuore e mente alla santità di Gesù. Guardando Lui e ricordando la sua Vita, sarà più facile resistere alle inclinazioni verso i peccati, si avrà una forza maggiore per dire no a quanto si riconosce come peccato e offesa contro Gesù.

Ogni volta che si pecca, si tradisce l’Amore di Gesù. È vero che Lui non fa mancare il suo perdono, ma la ripetizione dei peccati gravi indebolisce la vita spirituale e si rimane sempre stabili ad un livello basso.

Il cristiano che non controlla la sua vita spirituale e commette con facilità peccati gravi con le cattive opere e con giudizi temerari, non riconosce più Gesù come Dio, ne diventa un avversario perché le sue opere non sono più buone. “Chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli Angeli di Dio”.

A meno che quel cristiano non cambi comportamento, pentendosi con sincerità di tutti i peccati e proponendosi una nuova vita.
Diversa è la condizione di quanti seguono Gesù con umile abbandono, anche se commettono errori per debolezza e fragilità. È diverso cadere nel peccato per debolezza, dall’amare i peccati gravi e cercarli con facilità.

Questi credenti lottano i peccati e non commettono scandali davanti agli uomini con opere disoneste e un linguaggio malizioso.

A questi Gesù dice: “Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’Uomo Lo riconoscerà davanti agli Angeli di Dio”.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo.

Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.

Padre Giulio Maria Scozzaro

Lettera di Padre Pio al Suo Padre spirituale Padre Agostino


"Mio carissimo Padre,

venerdì mattina ero ancora a letto, quando mi apparve Gesù. Era tutto malconcio e sfigurato. Egli mi mostrò una grande moltitudine di sacerdoti regolari e secolari, fra i quali diversi dignitari ecclesiastici; di questi, chi stava celebrando, chi stava parlando e chi si stava svestendo dalle sacre vesti. La visita di Gesù in angustie mia dava molta pena, perciò volli domandargli perché soffrisse tanto. Nessuna risposta n'ebbi. Però il suo sguardo si riportò verso quei sacerdoti; ma poco dopo, quasi inorridito e come se fosse stanco di guardare, ritirò lo sguardo ed allorché lo rialzò verso di me, con grande orrore, osservai due lacrime che gli solcavano le gote. Si allontanò da quella turba di sacerdoti con una grande espressione di disgusto sul volto, gridando: "Macellai!".

E, rivolto a me, disse: "Figlio mio, non credere che la mia agonia sia stata di tre ore, no; io sarò, per cagione delle anime da me più beneficate, in agonia sino alla fine del mondo. Durante il tempo della mia agonia, figlio mio, non bisogna dormire. L'anima mia va in cerca di qualche goccia di pietà umana, ma ahimè mi lasciano solo sotto il peso della indifferenza. L'ingratitudine ed il sonno dei mie ministri mi rendono più gravosa l'agonia.

Ahimè, come corrispondono male al mio amore! Ciò che più mi affligge è che costoro, al loro indefferentismo aggiungono il disprezzo, l'incredulità. Quante volte ero lì per lì per fulminarli, se non ne fossi stato trattenuto dagli Angioli e dalle anime di me innamorate….Scrivi al padre tuo e narragli ciò che hai visto ed hai udito da me questa mattina. Digli che mostri la tua lettera al Padre provinciale…".

Gesù continuò ancora, ma quello che disse non potrò giammai rivelarlo a creatura alcuna di questo mondo. Questa apparizione mi cagionò tale dolore nel corpo, ma più ancora nell'anima, che per tutta la giornata fui prostrato ed avrei creduto di morirne se il dolcissimo Gesù non mi avesse già rivelato….
Gesù, purtroppo, ha ragione di lamentarsi della nostra ingratitudine! Quanti disgraziati nostri fratelli corrispondono all'amore di Gesù col buttarsi a braccia aperte nell'infame setta della Massoneria! Preghiamo per costoro acciocché il Signore illumini le loro menti e tocchi il loro cuore (…)"