lunedì 15 agosto 2016

CELEBRAZIONE EUCARISTICA NEL 50° ANNIVERSARIO DELLA DEFINIZIONE DOGMATICA DELL’ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA - SAN GIOVANNI PAOLO II, PAPA

SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI
CELEBRAZIONE EUCARISTICA NEL 50° ANNIVERSARIO DELLA DEFINIZIONE DOGMATICA DELL’ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA
OMELIA DEL SANTO PADRE GIOVANNI PAOLO II
Mercoledì, 1° novembre 2000 

1. "Lode, gloria, sapienza, azione di grazie, onore, potenza e forza al nostro Dio nei secoli dei secoli" (Ap 7, 12).
In atteggiamento di profonda adorazione della Santissima Trinità, ci uniamo a tutti i Santi che celebrano perennemente la liturgia celeste per ripetere con loro il ringraziamento al nostro Dio per le meraviglie da lui operate nella storia della salvezza.
Lode e azione di grazie a Dio per aver suscitato nella Chiesa una moltitudine immensa di Santi, che nessuno può contare (cfr Ap7,9). Una moltitudine immensa: non solo i Santi e i Beati che festeggiamo durante l'anno liturgico, ma anche i Santi anonimi, conosciuti solo da Lui. Madri e padri di famiglia, che nella quotidiana dedizione ai figli hanno contribuito efficacemente alla crescita della Chiesa e all'edificazione della società; sacerdoti, suore e laici che, come candele accese dinanzi all'altare del Signore, si sono consumati nel servizio al prossimo bisognoso di aiuto materiale e spirituale; missionari e missionarie, che hanno lasciato tutto per portare l'annuncio evangelico in ogni parte del mondo. E l'elenco potrebbe continuare.
2. Lode e azione di grazie a Dio, in modo particolare, per la più santa tra le creature, Maria, amata dal Padre, benedetta a motivo di Gesù, frutto del suo grembo, santificata e resa nuova creatura dallo Spirito Santo. Modello di santità per aver messo la propria vita a disposizione dell'Altissimo, Ella "brilla ora innanzi al peregrinante popolo di Dio quale segno di sicura speranza e di consolazione" (Lumen gentium, 68).

Proprio oggi ricorre il cinquantesimo anniversario dell'atto solenne con cui il mio venerato predecessore Papa Pio XII, in questa stessa Piazza, definì il dogma dell'Assunzione di Maria al cielo in anima e corpo. Lodiamo il Signore per aver glorificato la Madre sua, associandola alla sua vittoria sul peccato e sulla morte.

Alla nostra lode hanno voluto unirsi oggi, in modo speciale, i fedeli di Pompei, che sono venuti numerosi in pellegrinaggio, guidati dall'Arcivescovo Prelato del Santuario, Mons. Francesco Saverio Toppi, e accompagnati dal Sindaco della città. La loro presenza ricorda che fu proprio il Beato Bartolo Longo, fondatore della nuova Pompei, ad avviare, nel 1900, il movimento promotore della definizione del dogma dell'Assunzione.

3. L'odierna liturgia parla tutta di santità. Per sapere però quale sia la strada della santità, dobbiamo salire con gli Apostoli sul monte delle Beatitudini, avvicinarci a Gesù e metterci in ascolto delle parole di vita che escono dalle sue labbra. Anche oggi Egli ripete per noi:
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli! Il divin Maestro proclama "beati" e, potremmo dire, "canonizza" innanzitutto i poveri in spirito, cioè coloro che hanno il cuore sgombro da pregiudizi e condizionamenti, e sono perciò totalmente disponibili al volere divino. L'adesione totale e fiduciosa a Dio suppone lo spogliamento ed il coerente distacco da se stessi.
Beati gli afflitti! E' la beatitudine non solo di coloro che soffrono per le tante miserie insite nella condizione umana mortale, ma anche di quanti accettano con coraggio le sofferenze derivanti dalla professione sincera della morale evangelica.
Beati i puri di cuore! Sono proclamati beati coloro che non si contentano di purezza esteriore o rituale, ma cercano quell'assoluta rettitudine interiore che esclude ogni menzogna e doppiezza.
Beati gli affamati e assetati di giustizia! La giustizia umana è già una meta altissima, che nobilita l'animo di chi la persegue, ma il pensiero di Gesù va a quella giustizia più grande che sta nella ricerca della volontà salvifica di Dio: beato è soprattutto chi ha fame e sete di questa giustizia. Dice infatti Gesù: "Entrerà nel regno dei cieli chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli" (Mt 7,21).
Beati i misericordiosi! Felici sono quanti vincono la durezza di cuore e l'indifferenza, per riconoscere in concreto il primato dell'amore compassionevole, sull'esempio del buon Samaritano e, in ultima analisi, del Padre "ricco di misericordia" (Ef 2,4).
Beati gli operatori di pace! La pace, sintesi dei beni messianici, è un compito esigente. In un mondo, che presenta tremendi antagonismi e preclusioni, occorre promuovere una convivenza fraterna ispirata all'amore e alla condivisione, superando inimicizie e contrasti. Beati coloro che si impegnano in questa nobilissima impresa!

4. I Santi hanno preso sul serio queste parole di Gesù. Hanno creduto che la "felicità" sarebbe venuta loro dal tradurle nel concreto della loro esistenza. E ne hanno sperimentato la verità nel confronto quotidiano con l'esperienza: nonostante le prove, le oscurità, gli insuccessi, hanno gustato già quaggiù la gioia profonda della comunione con Cristo. In Lui hanno scoperto, presente nel tempo, il germe iniziale della futura gloria del Regno di Dio.
Questo scoprì, in particolare, Maria Santissima che col Verbo incarnato visse una comunione unica, affidandosi senza riserve al suo disegno salvifico. Per questo le fu dato di ascoltare, in anticipo rispetto al "discorso della montagna", la beatitudine che riassume tutte le altre: "Beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore" (Lc 1, 45).

5. Quanto profonda sia stata la fede della Vergine nella parola di Dio traspare con nitidezza dal cantico del Magnificat: "L'anima mia magnifica il Signore, / e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, / perché ha guardato l'umiltà della sua serva" (Lc 1,46-48).
Con questo canto Maria mostra ciò che ha costituito il fondamento della sua santità: la profonda umiltà. Ci si può domandare in che cosa consistesse questa sua umiltà. Molto dice al riguardo il "turbamento" suscitato in Lei dal saluto dell'Angelo: "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te" (Lc 1,28). Di fronte al mistero della grazia, all'esperienza di una particolare presenza di Dio che ha posato su di Lei il suo sguardo, Maria prova un naturale impulso di umiltà (letteralmente di "abbassamento"). E' la reazione della persona che ha la piena consapevolezza della propria piccolezza di fronte alla grandezza di Dio. Maria contempla nella verità se stessa, gli altri, il mondo.
Non fu forse segno di umiltà la domanda: "Come avverrà questo? Non conosco uomo!" (Lc 1,34).
Aveva appena udito di dover concepire e dare alla luce un Bimbo, che avrebbe regnato sul trono di Davide come Figlio dell'Altissimo. Certamente non comprese pienamente il mistero di quella divina disposizione, ma capì che essa significava un totale cambiamento nella realtà della sua vita. Tuttavia non domandò: sarà davvero così? deve accadere questo? Disse semplicemente: Come avverrà? Senza dubbi e senza riserve accettò l'intervento divino che cambiava la sua esistenza. La sua domanda esprimeva l'umiltà della fede, la disponibilità a porre la propria vita al servizio del mistero divino, pur nella incapacità di comprendere il come del suo avverarsi.
Questa umiltà dello spirito, questa piena sottomissione nella fede si espresse in modo particolare nel suo "fiat": "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto" (Lc 1,38). Grazie all'umiltà di Maria poté compiersi quello che Ella avrebbe in seguito cantato nel Magnificat: "D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. / Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente / e Santo è il suo nome" (Lc 1,48-49).
Alla profondità dell'umiltà corrisponde la grandezza del dono. L'Onnipotente operò per Lei "grandi cose" (cfr Lc 1,49) ed Ella seppe accettarle con gratitudine e trasmetterle a tutte le generazioni dei credenti. Ecco il cammino verso il cielo che ha seguito Maria, Madre del Salvatore, precedendo su questa via tutti i Santi e i Beati della Chiesa.
6. Beata sei tu, Maria, assunta in cielo in anima e corpo! Pio XII definì questa verità "a gloria di Dio onnipotente..., a onore del suo Figlio, re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della Madre sua, a gioia ed esultanza di tutta la Chiesa" (Cost. Ap. Munificentissimus Deus, AAS 42 [1950], 770).
E noi esultiamo, o Maria Assunta, nella contemplazione della tua persona glorificata e resa, in Cristo risorto, collaboratrice con lo Spirito per la comunicazione della vita divina agli uomini. In Te vediamo il traguardo della santità cui Dio chiama tutti i membri della Chiesa. Nella tua vita di fede scorgiamo la chiara indicazione della strada verso la maturità spirituale e la santità cristiana.
Con Te e con tutti i Santi glorifichiamo Dio Trinità, che sostiene il nostro pellegrinaggio terreno e vive e regna nei secoli dei secoli. Amen.



domenica 14 agosto 2016

IN ASSUMPTIONE BEATÆ MARIÆ VIRGINIS

Decimo nono Kalendas Septembris. Luna undetricesima. Anno Domini bimillesimo quindecimo (14.VIII.2015)
IN ASSUMPTIONE BEATÆ MARIÆ VIRGINIS (I classis)
AD PRIMAS VESPERAS (iuxta Psalterium Pianum)
{Ante Divinum Officium, flexis genibus}
Aperi Domine, os meum ad benedicendum nomen sanctum tuum: munda quoque cor meum ab omnibus vanis, perversis et alienis cogitationibus; intellectum illumina, affectum inflamma, ut digne, attente ac devote hoc Officium recitare valeam, et exaudiri merear ante conspectum divinæ Maiestatis tuæ. Per Christum Dominum nostrum. R. Amen.
Domine, in unione illius divinæ intentionis, qua ipse in terris laudes Deo persolvisti, hanc tibi Horam persolvo.
Pater noster, qui es in cælis, sanctificetur nomen tuum: adveniat regnum tuum: fiat voluntas tua, sicut in cælo et in terra. Panem nostrum quotidianum da nobis hodie: et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris: et ne nos inducas in tentationem: sed libera nos a malo. Amen.
Ave Maria, gratia plena; Dominus tecum: benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc et in hora mortis nostræ. Amen.
{Incipit. Officium}
V. Deus † in adiutorium meum intende.
R. Domine, ad adiuvandum me festina.
V. Gloria Patri, et Filio, * et Spiritui Sancto.
R. Sicut erat in principio, et nunc, et semper, * et in sæcula sæculorum. Amen. Alleluia.
{Psalmi ex Psalterio Gallicanum}
Ant. Assumpta est * Maria in cælum: gaudent Angeli, laudantes benedicunt Dominum.
Dixit Dominus Domino meo: sede a dextris meis,
Donec ponam inimicos tuos * scabellum pedum tuorum.
Sceptrum potentiae tuae protendet Dominus ex Sion: * dominare in medio inimicorum tuorum!
Tecum principatus die ortus tui in splendore sanctitatis: * ante luciferum, tamquam rorem, genui te.
Iuravit Dominus et non pænitebit eum; * tu es sacerdos in æternum secundum ordinem Melchisedech.
Dominus a dextris tuis: * conteret die iræ suæ reges.
Iudicabit nationes, acervabit cadavera; * conteret capita late per terram.
De torrente in via bibet, * propterea extollet caput.
Gloria Patri, et Filio, * et Spiritui Sancto.
Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, * et in sæcula sæculorum. Amen.
Ant. Assumpta est * Maria in cælum: gaudent Angeli, laudantes benedicunt Dominum.
Ant. Assumpta est * Maria in cælum: gaudent Angeli, laudantes benedicunt Dominum.
Psalmus CXII
Laudate, servi Domini, * laudate nomen Domini.
{fit reverentia} Sit nomen Domini benedictum * et nunc et usque in æternum.
A solis ortu usque ad occasum eius * laudetur nomen Domini.
Excelsus super omnes gentes Dominus, * super cælos gloria eius.
Quis sicut Dominus, Deus noster, qui sedet in alto * et oculos demittit in cælum et in terram?
Sublevat e pulvere inopem, * et stercore erigit pauperem,
Vt collocet eum cum principibus, * cum principibus populi sui.
Habitare facit eam, quæ sterilis erat in domo, * matrem filiorum lætantem.
Gloria Patri, et Filio, * et Spiritui Sancto.
Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, * et in sæcula sæculorum. Amen.
Ant. Assumpta est * Maria in cælum: gaudent Angeli, laudantes benedicunt Dominum.
Ant. In odorem * unguentorum tuorum currimus: adolescentulæ dilexerunt te nimis.
Psalmus CXXI
Laetatus sum, quia dixerunt mihi: * in domum Domini ibimus.
Iam consistunt pedes nostri * in portis tuis, Ierusalem,
Ierusalem quae ædificata est ut civitas, * in se compacta tota.
Illuc ascendunt tribus, tribus Domini, * secundum legem Israël, ad celebrandum nomen Domini.
Illic positæ sunt sedes iudicii, * sedes domus David.
Rogate quae ad pacem sunt Ierusalem! * Securi sint qui diligunt te!
Sit pax in mœnibus tuis, * securitas in palatiis tuis!
Propter fratres meos et sodales meos * loquar: Pax in te!
Propter domum Domini, Dei nostri, * precabor bona tibi.
Gloria Patri, et Filio, * et Spiritui Sancto.
Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, * et in sæcula sæculorum. Amen.
Ant. In odorem * unguentorum tuorum currimus: adolescentulæ dilexerunt te nimis.
Ant. Benedicta filia * tu a Domino: quia per te fructum vitæ communicavimus.
Psalmus CXXVI
Nisi Dominus ædificaverit domum, * in vanum laborant qui ædificant eam.
Nisi Dominus custodierit civitatem, * in vanum vigilat custos.
Vanum est vobis surgere ante lucem, * sedere in multam noctem, qui manducatis panem duri laboris.
Quoniam largitur dilectis suis in somno : * ecce donum Domini sunt filii, merces est fructus ventris.
Sicut sagittae in manu bellatoris, * ita filii iuventutis.
Beatus vir qui eis implevit pharetram suam: * non confundentur, cum contenderint cum inimicis in porta.
Gloria Patri, et Filio, * et Spiritui Sancto.
Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, * et in sæcula sæculorum. Amen.
Ant. Benedicta filia * tu a Domino: quia per te fructum vitæ communicavimus.
Ant. Pulchra es * et decora, filia Ierusalem, terribilis ut castrorum acies ordinata.
Psalmus CXLVII
Lauda, Ierusalem, Dominum, * lauda Deum tuum, Sion,
Quod firmavit seras portarum tuarum, * benedixit filiis tuis in te ;
Composuit fines tuos in pace, * medulla tritici satiat te.
Emittit eloquium suum in terram, * velociter currit verbum eius.
Dat nivem sicut lanam, * pruinam sicut cinerem spargit.
Proicit glaciem suam ut frustula panis; * coram frigore eius aquæ rigescunt.
Emittit verbum suum et liquefacit eas; * flare iubet ventum suum et fluunt aquæ.
Annuntiavit verbum suum Iacob, * statuta et præcepta sua Israel.
Non fecit ita ulli nationi: * præcepta sua non manifestavit eis. Alleluia.
Gloria Patri, et Filio, * et Spiritui Sancto.
Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, * et in sæcula sæculorum. Amen.
Ant. Pulchra es * et decora, filia Ierusalem, terribilis ut castrorum acies ordinata.
{Capitulum * Iudith XIII: 22-23}
Benedixit te Dominus in virtute sua, quia per te ad nihilum redegit inimicos nostros. Benedicta es tu, filia, a Domino Deo excelso, præ omnibus mulieribus super terram. R. Deo gratias.
Hymnus
Ô prima, Virgo, prodita
E Conditoris spiritu,
Prædestinata Altissimi
Gestare in alvo Filium;
Tu perpes hostis femina
Prænuntiata dæmonis,
Oppleris una gratia
Intaminata origine.
Tu ventre Vitam concipis,
Vitamque ab Adam perditam,
Diæ litandæ Víctimæ
Carnem ministrans, integras.
Merces piaclo debita
Devicta mors te deserit,
Almique consors Filii
Ad astra ferris corpore.
Tanta coruscans gloria,
Natura cuncta extollitur,
In te vocata verticem
Decoris omnis tangere.
Ad nos, triumphans, exsules,
Regina, verte lumina,
Cæli ut beatam patriam,
Te, consequamur auspice.
Iesu, tibi sit gloria,
Qui natus es de Virgine,
Cum Patre et almo Spiritu,
In sempiterna sæcula.
Amen.
V. Exaltata est sancta Dei Genitrix.
R. Super choros Angelorum ad cælestia regna.
{Canticum Magnificat * Luc. I: 46-55}
Ant. Virgo prudentissima * quo progrederis, quasi aurora valde rutilans? Filia Sion tota formosa et suavis es, pulchra ut luna, electa ut sol.
Magnificat † * anima mea Dominum.
Et exsultavit spiritus meus: * in Deo, salvatore meo.
Quia respexit humilitatem ancillæ suæ: * ecce enim ex hoc beatam me dicent omnes generationes.
Quia fecit mihi magna, qui potens est: * et sanctum nomen eius.
Et misericordia eius, a progenie in progenies: * timentibus eum.
Fecit potentiam brachio suo: * dispersit superbos mente cordis sui.
Deposuit potentes de sede: * et exaltavit humiles.
Esurientes implevit bonis: * et divites dimisit inanes.
Suscepit Israël servum suum: * recordatus misericordiæ suæ.
Sicut locutus est ad patres nostros: * erga Abraham, et semen eius in sæcula.
Gloria Patri, et Filio, * et Spiritui Sancto.
Sicut erat in principio, et nunc, et semper, * et in sæcula sæculorum. Amen.
Ant. Virgo prudentissima * quo progrederis, quasi aurora valde rutilans? Filia Sion tota formosa et suavis es, pulchra ut luna, electa ut sol.
V. Domine, exaudi orationem meam.
R. Et clamor meus ad te veniat.
Oremus. Omnipotens sempiterne Deus, qui Immaculatam Virginem Mariam, Filii tui Genitricem, corpore et anima ad cælestem gloriam assumpsisti: concede, quæsumus; ut ad superna semper intenti, ipsius gloriæ mereamur esse consortes. Per eumdem Dominum nostrum Iesum Christum, Filium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti, Deus, per omnia sæcula sæculorum. R. Amen.
V. Domine, exaudi orationem meam.
R. Et clamor meus ad te veniat.
V. Benedicamus Domino.
R. Deo gratias.
V. Fidelium animæ, per misericordiam Dei, requiescant in pace.
R. Amen.
{Post Divinum Officium, flexis genibus}
Pater noster, qui es in cælis, sanctificetur nomen tuum: adveniat regnum tuum: fiat voluntas tua, sicut in cælo et in terra. Panem nostrum quotidianum da nobis hodie: et dimitte nobis debita nostra, sicut et nos dimittimus debitoribus nostris: et ne nos inducas in tentationem: sed libera nos a malo. Amen.
V. Dominus det nobis suam pacem.
R. Et vitam æternam.