Dal Messaggio dell’Arcivescovo per la Giornata del Seminario
Sulla stessa barca
“Ma voi chi dite che io sia?” (Lc 9,20)
Carissimi, in questa “Giornata” di preghiera e di sostegno per il Seminario desidero soffermarmi con voi sulla domanda che Gesù ci rivolge nella liturgia della Parola di questa domenica: Ma voi chi dite che io sia?(Lc 9,20).
E’ questa una domanda essenziale che nella nostra vita sprigiona una straordinaria forza per farci ripartire da ciò che veramente conta. In una stagione dove si vive con troppa fretta e si cercano certezze senza fatica, è quanto mai urgente ripartire dalle domande fondamentali. E’ Gesù stesso, in un certo senso, a sentirne il bisogno, quando inizia il suo ultimo viaggio verso Gerusalemme e dopo aver sostato in un luogo solitario a pregare.
E’ importante notare che tale domanda nasce dalla preghiera di Gesù. Da questo “luogo” intimo e profondissimo della sua relazione con il Padre sorge, dunque, l’interrogativo che chiede un salto di qualità alla fede dei discepoli. Se prima erano abituati a porre domande al Maestro per capire, per liberarsi dal dubbio, per trovare conforto e illuminazione, ora è Gesù stesso a prendere l’iniziativa. Tace la domanda dei discepoli. E’ il momento dell’ascolto della parola decisiva di Gesù.
In realtà, le grandi svolte del cammino della vocazione cristiana accadono proprio in questo modo. Viene il tempo della purificazione in cui si ha il coraggio di lasciar tacere, almeno per un attimo, l’irruenza delle nostre pur legittime domande, per trovare invece il coraggio di lasciarci interrogare da Gesù. Siamo così riportati all’essenzialità sorprendente della risposta di Pietro: “Tu sei il Cristo di Dio”. E’ solo dal silenzio dell’ascolto che sorge la risposta capace di riaprire e sostenere con tenacia il nostro cammino!
In questo momento penso a coloro che, su mandato della Chiesa diocesana, hanno assunto il compito di educare i seminaristi alla conoscenza personale del Signore Gesù, all’appassionante riflessione della Chiesa sui misteri di Dio, all’assunzione dei compiti urgenti dell’evangelizzazione.
Concludo invitando presbiteri, diaconi permanenti, seminaristi, persone consacrate, fedeli laici a educarsi costantemente alla corresponsabilità, offrendo con umiltà e generosità tutte le risorse che si hanno nel cuore perché il Vangelo di Cristo venga continuamente annunciato e testimoniato. Ringrazio in particolare le amiche e gli amici del Seminario, così attivi in molte comunità nell’animare la preghiera per le vocazioni e nel prendersi a cuore le non poche necessità del nostro Seminario.
Con singolare gratitudine sono vicino ai presbiteri anziani e ammalati che ancora testimoniano la bellezza dell’affidarsi sempre al Signore: la loro preghiera allo Spirito ci conforti e doni rinnovata speranza alla nostra Chiesa.
Milano, 18 settembre 2011