Lo scautismo è un metodo educativo ideato da Lord Robert Baden-Powell agli inizi del secolo (1907) con il semplice, ma sconvolgente intento di togliere i ragazzi dalla strada offrendo loro la possibilità, attraverso la scoperta dei propri talenti, di autoeducarsi, diventando così buoni cittadini in grado di saper guidare da sé "la propria canoa".
Un progetto di crescita per ragazzi e ragazze dagli 8 ai 21 anni per "imparare facendo" diventando autonomi, capaci di vivere meglio con gli altri e per gli altri.
Questo possiamo definirlo il punto di partenza di un movimento che, con il passare dei tempo, si è diffuso in tutto il mondo (ad oggi solo in 6 paesi non è presente lo scoutismo perché “vietato”) coinvolgendo nella proposta bambini, fanciulli, ragazzi accompagnati in questo cammino dal loro capi.
Il capo, dalla stessa definizione di B.P., è un fratello maggiore che non cammina dietro al ragazzo sul sentiero della sua crescita e neppure lo precede, ma semplicemente gli sta al fianco con l'impegno di condividere con lui un tratto del proprio cammino: adulti e ragazzi che vivono insieme lo stesso gioco che porta tutti a crescere.
Come già accennato lo scautismo impegna il ragazzo in prima persona nella scoperta della proprie doti, lo aiuta a svilupparle e a misurarsi con esse, con l'unico intento di saperle poi, al momento opportuno, metterle a disposizione degli altri, dell'amico, della famiglia, della società, della comunità.
Baden-Powell usava spesso ripetere che due sono i grandi libri che un ragazzo deve saper conoscere: il libro della natura e il libro della Bibbia.
La natura è l'irrinunciabile ambiente in cui lo scout sviluppa il proprio carattere.
Natura è sinonimo di semplicità, essenzialità, rispetto e amore verso il creato, saper "gustare" la vita nei suoi aspetti più semplici e saper scoprire la parte migliore di ogni esperienza.
Il camminare sul sentiero con lo zaino in spalla non è la "moda" che tanti seguono, ma è una delle avventure proposte dal metodo scout: un’occasione per il ragazzo per saper stringere i denti e superare i propri limiti, per gustare quanto di meraviglioso la natura ha da offrirci, per saper rimanere solo con se stesso per riflettere o pregare, per saper aspettare il compagno in difficoltà o saper dire "ho bisogno di te", per saper condividere l'acqua della borraccia e sperimentare, passo dopo passo, cosa vuoi dire "comunità".
La Bibbia, l'ascolto della Parola, sono l'irrinunciabile confronto che il metodo propone al ragazzo, e ancor più coscientemente al capo come adulto educatore e testimone della Speranza di Cristo Risorto.
Con questo bagaglio di impegno e responsabilità i gruppi scout inseriti nelle diverse comunità locali, con il proprio metodo educativo, fanno parte di quelle associazioni educative che hanno l'intento di preparare buoni cittadini e buoni cristiani per il domani.
• LA STRUTTURA DI UN GRUPPO SCOUTPer educare un giovane di 20 anni servono evidentemente strumenti, linguaggi, metodi diversi da quelli utilizzati per crescere un bambino di 8 anni o un ragazzo di 15: il cammino di formazione di ognuno, nella proposta scout, è stato quindi diviso in 3 branche che “parlino” in maniera specifica alle differenti età.
Si comincia dal branco (8-11 anni), per poi passare in reparto (12-16), e infine nella branca rover e scolte, a sua volta divisa in noviziato (un anno importante dove ci si stacca dal gruppo per iniziare un cammino più individuale) e clan (18-21).
Il cammino porta alla Partenza: il momento di testimoniare davanti alla comunità con cui si è camminato fino a quel momento le proprie scelte e continuare poi a camminare da solo nella vita come appunto buon cristiano e buon cittadino.