domenica 19 ottobre 2014

Preghiera allo Spirito Santo - San Paolo VI, papa

Vieni, o Spirito Santo,
e da' a noi un cuore nuovo,
che ravvivi in noi tutti
i doni da Te ricevuti
con la gioia di essere Cristiani,
un cuore nuovo
sempre giovane e lieto.

Vieni, o Spirito Santo,
e da' a noi un cuore puro,
allenato ad amare Dio,
un cuore puro,
che non conosca il male
se non per definirlo,
per combatterlo e per fuggirlo;
un cuore puro,
come quello di un fanciullo,
capace di entusiasmarsi
e di trepidare.

Vieni, o Spirito Santo,
e da' a noi un cuore grande,
aperto alla Tua silenziosa
e potente parola ispiratrice,
e chiuso ad ogni meschina ambizione,
un cuore grande e forte ad amare tutti,
a tutti servire, con tutti soffrire;
un cuore grande, forte,
solo beato di palpitare col cuore di Dio.

- Papa Paolo VI - 



venerdì 17 ottobre 2014

Dalla «Lettera ai Romani» di sant'Ignazio di Antiochia, vescovo e martire

Dalla «Lettera ai Romani» di sant'Ignazio di Antiochia, vescovo e martire
(Capp. 4, 1-2; 6, 1 - 8, 3; Funk, 1, 217-223)

Sono frumento di Dio:
sarò macinato dai denti delle fiere.

Scrivo a tutte le chiese, e a tutti annunzio che morrò volentieri per Dio, se voi non me lo impedirete. Vi scongiuro, non dimostratemi una benevolenza inopportuna. Lasciate che io sia pasto delle belve, per mezzo delle quali mi sia dato di raggiungere Dio. Sono frumento di Dio, e sarò macinato dai denti delle fiere per divenire pane puro di Cristo. Supplicate Cristo per me, perché per opera di queste belve io divenga ostia per il Signore.
A nulla mi gioveranno i godimenti del mondo né i regni di questa terra. È meglio per me morire per Gesù Cristo che estendere il mio impero fino ai confini della terra. Io cerco colui che è morto per noi, voglio colui che per noi è risorto. È vicino il momento della mia nascita.
Abbiate compassione di me, fratelli. Non impeditemi di vivere, non vogliate che io muoia. Non abbandonate al mondo e alle seduzioni della materia chi vuol essere di Dio. Lasciate che io raggiunga la pura luce; giunto là, sarò veramente un uomo. Lasciate che io imiti la passione del mio Dio. Se qualcuno lo ha in sé, comprenda quello che io voglio e mi compatisca, pensando all'angoscia che mi opprime.
Il principe di questo mondo vuole portarmi via e soffocare la mia aspirazione verso Dio. Nessuno di voi gli dia mano; state piuttosto dalla mia parte, cioè da quella di Dio. Non siate di quelli che professano Gesù Cristo e ancora amano il mondo. Non trovino posto in voi sentimenti meno buoni. Anche se vi supplicassi, quando sarò tra voi, non datemi ascolto: credete piuttosto a quanto vi scrivo ora nel pieno possesso della mia vita. Vi scrivo che desidero morire.
Ogni mio desiderio terreno è crocifisso e non c'è più in me nessun'aspirazione per le realtà materiali, ma un'acqua viva mormora dentro di me e mi dice: «Vieni al Padre». Non mi diletto più di un cibo corruttibile, né dei piaceri di questa vita. Voglio il pane di Dio, che è la carne di Gesù Cristo, della stirpe di David; voglio per bevanda il suo sangue che è la carità incorruttibile.
Non voglio più vivere la vita di quaggiù. E il mio desiderio si realizzerà, se voi lo vorrete. Vogliatelo, vi prego, per trovare anche voi benevolenza. Ve lo domando con poche parole: credetemi. Gesù Cristo vi farà comprendere che dico il vero: egli è la bocca verace per mezzo della quale il Padre ha parlato in verità. Chiedete per me che io possa raggiungerlo. Non vi scrivo secondo la carne, ma secondo il pensiero di Dio. Se subirò il martirio, ciò significherà che mi avete voluto bene. Se sarò rimesso in libertà, sarà segno che mi avete odiato.


lunedì 13 ottobre 2014

Atto di affidamento alla Beata Vergine di Fatima - papa Francesco

Beata Maria Vergine di Fatima,
con rinnovata gratitudine per la tua presenza materna
uniamo la nostra voce a quella di tutte le generazioni
che ti dicono beata.
Celebriamo in te le grandi opere di Dio,
che mai si stanca di chinarsi con misericordia sull’umanità,
afflitta dal male e ferita dal peccato,
per guarirla e per salvarla.
Accogli con benevolenza di Madre
l’atto di affidamento che oggi facciamo con fiducia,
dinanzi a questa tua immagine a noi tanto cara.
Siamo certi che ognuno di noi è prezioso ai tuoi occhi
e che nulla ti è estraneo di tutto ciò che abita nei nostri cuori.
Ci lasciamo raggiungere dal tuo dolcissimo sguardo
e riceviamo la consolante carezza del tuo sorriso.
Custodisci la nostra vita fra le tue braccia:
benedici e rafforza ogni desiderio di bene;
ravviva e alimenta la fede;
sostieni e illumina la speranza;
suscita e anima la carità;
guida tutti noi nel cammino della santità.
Insegnaci il tuo stesso amore di predilezione
per i piccoli e i poveri,
per gli esclusi e i sofferenti,
per i peccatori e gli smarriti di cuore:
raduna tutti sotto la tua protezione
e tutti consegna al tuo diletto Figlio, il Signore nostro Gesù.

Amen.

Papa Francesco




mercoledì 1 ottobre 2014

OTTOBRE MESE DEL SANTO ROSARIO

Il Rosario fu affidato dalla Vergine Maria a San Domenico per rispondere alla richiesta di assisterlo contro la pericolosa eresia degli albigesi.
Era l’arma spirituale destinata a rafforzare la fede dei fedeli cattolici, favorire la conversione degli eretici e fermare la diffusione del male nella società. 
Questa devozione si diffuse miracolosamente tra il popolo cattolico, ottenendo grandi vittorie sia nel campo temporale, come a Lepanto, che in quello spirituale. Il Rosario è diventato, così, una delle più diffuse ed efficaci preghiere cristiane.
Nel Santo Rosario vengono recitate tre preghiere onnipotenti sul cuore di Dio:

Il Pater noster, la preghiera che Gesù insegnò ai discepoli dicendo: “Voi, dunque, pregherete così: Padre nostro che sei nei cieli” (Mt 6, 9-13).

L’Ave Maria, che nella prima parte ripete le parole dell’Angelo Gabriele a Maria Vergine:“L’Angelo, entrato da lei, disse: Ti saluto, piena di grazia; il Signore è con Te; tu sei benedetta fra le donne” (Lc 1, 28),mentre nella seconda parte riporta le parole di S. Elisabetta a Maria.

“Elisabetta fu ripiena di Spirito Santo ed ad alta voce esclamò: “Benedetta Tu tra le donne e benedetto il frutto del Tuo seno”(Lc 1, 41-42).

Le rimanenti parole di questa bellissima preghiera sono state aggiunte dalla pietà del popolo cristiano.
Il Gloria Patri è la professione di fede nel grande mistero dell’ Unità e Trinità di Dio.

Le 150 Ave richiamano i 150 Salmi dell’Antico Testamento che sono preghiera di adorazione, di lode, di ringraziamento, di domanda di riparazione.
È per questo che il S. Rosario è chiamato “il Salterio dei poveri e degli analfabeti”.

Il potere del Santo Rosario è stato dimostrato nei secoli e Nostra Signora che è apparsa a Fatima, nel 1917, insistette molto sulla recita quotidiana.

La Santa Vergine avvertì che il Rosario era l’unico mezzo efficace per combattere il male che stava per sopraffare il XX secolo, un periodo senza paragoni nella storia per quanto riguarda la violenza e il generale decadimento morale.

È necessario pregare per implorare Dio onnipotente perché ci dia gli uomini e i mezzi per Restaurare tutto in Cristo, in Italia e nel mondo. Questo significa chiedere che tutti gli aspetti della nostra vita, morale, sociale, politica ed economica, siano governati di nuovo dagli insegnamenti di Cristo e della Chiesa Cattolica da Lui fondata.

Tutte le perversioni di questi tempi, che hanno fatto dell’Italia e del mondo un terribile e disastroso luogo in cui domina la criminalità, la degenerazione, la violenza, l’edonismo e il nichilismo stanno abbattendo l’edificio della civiltà cristiana. Cosa accadrà ai nostri figli?

Ecco perché è indispensabile recitare il Rosario: Cristo ha detto che per ricevere dobbiamo chiedere, ma con fede e costanza.

Amiamo il Santo Rosario come lo hanno amato i santi, nostri maestri e modelli.

“Dopo la S. Messa non c’è preghiera più efficace del Santo Rosario”, diceva San Pio X. E i santi hanno dimostrato la verità di queste parole attaccandosi alla corona del Rosario con ardente passione e con tenerissimo affetto.

Che dire poi se pensiamo alla Santa Vergine Maria che apparve a Lourdes e a Fatima con la corona in mano, mentre Santa Bernardetta recitava con devozione le Ave Maria. 
A Fatima la Madonna ha più volte raccomandato la recita quotidiana del Rosario per ottenere la salvezza del mondo.

Riprendiamo la corona del Rosario in mano. Il Rosario è un pegno di salvezza. È fonte di grazie. È fascio di rose che profumano il cielo.

Il Papa Leone XIII disse che il nome stesso di Rosario vuole esprimere “…nello stesso tempo, il profumo delle rose e la grazia delle ghirlande. Nome che, mentre è indicatissimo per significare una devozione diretta a Colei che giustamente è salutata Mistica Rosa del Paradiso, e cinta di una corona di stelle, e venerata come Regina dell’universo, sembra anche simboleggiare l’augurio delle gioie e delle ghirlande, che Maria offre ai suoi fedeli…”.

Con fede e con amore, con fiducia e con gratitudine, impegniamoci a recitare ogni giorno, in questo mese di ottobre, almeno una corona del Santo Rosario, ripetendo cinquanta volte la celeste preghiera alla Mamma divina: Ave Maria…

La lettura dell’enciclica Supremi apostolatus di Leone XIII, ci aiuti a recitare, in questo mese, il Santo Rosario con grande devozione, perché “… dal Rosario si può ottenere tutto. È una lunga catena che lega il cielo e la terra. Una delle estremità è nelle nostre mani, l’altra in quella della Madonna. 

Finché il Rosario sarà recitato, Dio non potrà abbandonare il mondo, perché questa preghiera è onnipotente sul suo Cuore” (S. Teresa del Bambin Gesù).