martedì 29 maggio 2012

Considerate, fratelli carissimi, quanto grande sia questa dignità, ospitare nel proprio cuore Dio che viene! - S.Gregorio Magno

Atti 2,1-11: [1]Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. [2]Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. [3]Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; [4]ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi. [5]Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. [6]Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. [7]Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore dicevano: «Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? [8]E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? [9]Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, [10]della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, [11]Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio». [12]Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi l'un l'altro: «Che significa questo?». [13]Altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di mosto».
Ci piace, fratelli carissimi, sorvolare brevemente sulle parole del Vangelo che abbiamo letto al fine di poter dedicare più tempo in seguito alla considerazione di una così grande solennità. Oggi,infatti, lo Spirito Santo è disceso con repentino sonito sui discepoli e, trasformando gli spiriti di questi uomini carnali, li ha condotti al suo amore. Mentre le fiammelle di fuoco apparivano dall’alto, dentro si infiammavano i loro cuori e come vedevano Dio sotto la forma di questo fuoco, ardevano soavemente d’amore (cf. At.2,1-4). Infatti lo stesso Spirito Santo è Amore e perciò Giovanni dice: “Dio è amore” (1 Gv. 4,16). Quindi chi con mente integra desidera Dio, senza dubbio già possiede ciò che ama. Infatti nessuno potrebbe amare Dio se non possedesse in lui Colui che ama.

Ma ecco che se si interrogasse ciascuno di voi per sapere se egli ama Dio, voi rispondereste, con mente certa e pieni di confidenza: “Io l’amo”. Ora, all’inizio stesso di questo passo evangelico, avete inteso ciò che afferma la Verità: "Se qualcuno mi ama osserverà la mia parola”. L’amore si prova con le opere che lo manifestano. Di qui la parola di Giovanni nella sua Epistola: “ Chi dice: “Io amo Dio”, ma non osserva i suoi comandamenti, è un bugiardo” (1 Gv. 2,4). In verità noi amiamo Dio se, per obbedirgli, rinunciamo alle attrattive dei piaceri. Infatti chi ancora si divide tra illeciti desideri certamente non ama Dio, poiché va contro la sua volontà.

E il mio Padre l’amerà, e noi verremo a lui e faremo in lui la nostra dimora. Considerate, fratelli carissimi, quanto grande sia questa dignità, ospitare nel proprio cuore Dio che viene! Se un amico ricco e potente entrasse nella vostra casa certamente con grande premura interamente la pulireste affinché nulla vi sia che possa offendere la vista dell’amico che entra. Pulisca quindi le sozzure delle sue opere cattive chi prepara a Dio una dimora nel suo animo. Ma vedete ciò che dice la Verità: Noi verremo a lui e faremo in lui la nostra dimora. Accade infatti che Dio venga nel cuore di taluni senza farvi la sua dimora, quando queste persone, toccate da compunzione, sono visitate dal timor di Dio, ma in tempo di tentazione dimenticano che esse erano stati toccati dalla compunzione sì da ritornare a commettere peccati come se esse non li avessero mai pianti.

(San Gregorio Magno)

Homilia 30 in Evangelia
Pentecoste,
Duccio di Buoninsegna,
Siena, Museo dell'Opera del Duomo

Nessun commento: