lunedì 29 marzo 2010

San Vincenzo - Un invito alla collaborazione

Siamo volontari della San Vincenzo Parrocchiale e vogliamo lanciare un appello a tutti coloro che sentono il bisogno di rendersi utili al prossimo,a tutti coloro che hanno l'esigenza irrinunciabile di esprimere solidarietà ai bisognosi, agli ultimi, ai più piccoli.
Ci rivolgiamo a chi è animato da questi sentimenti, a chi è pervaso dalla passione per l'altro, e magari non sa che strada intraprendere per dare concretezza, visibilità, utilità a tali sentimenti, a tale passione.
Il nostro operare mira non solo ad alleviare i mali di chi soffre, ma soprattutto a scoprirne e rimuoverne le cause: è questa l'unica strada per vincere l'emarginazione e la povertà. Stabilire una relazione, essere una presenza viva e un punto di riferimento sicuro, saper ascoltare e orientare: è questo il nostro modo di fare volontariato. Lo facciamo nel nome del figlio di Dio e cerchiamo persone che si prendano cura del fratello, come insegna l'evangelista Luca nella parabola del Buon Samaritano.
Siamo presenti tutti i giovedì dalle 15 alle 19 presso il Centro d'Ascolto, in via Lattanzio 58/B: venite a trovarci, oppure telefonate alla nostra presidente Antonia Mascherpa - cell.: 3281844329

Il figlio come dono e compito - Incontro sabato 17 aprile 2010


domenica 28 marzo 2010

Conferenza Famiglia e Lavoro - Commissione Famiglia Decanale

La Commissione Famiglia Decanale ha organizzato una conferenza su “FAMIGLIA e LAVORO” presso la Parrocchia S.Pio X il giorno 8 febbraio.
I due relatori, Don Giulio Viganò e Silvana Migliorati, hanno presentato sotto diversa luce la realtà del lavoro in relazione alla famiglia.
Don Giulio Viganò, responsabile della Pastorale del Lavoro per la Zona pastorale di Milano, ha inquadrato in maniera generale il tema, sottolineando la interdipendenza tra le due realtà. Partendo dalla Laborem Exercens (il lavoro permette di formare una famiglia e la famiglia è la prima palestra di lavoro), passando per la Costituzione (Italia Repubblica fondata sul lavoro) ha messo in evidenza che sia il lavoro, sia la famiglia non sono realtà individuali: il primo permette di creare benessere per tutti e ad aiutare a costruire la nostra società; la seconda crea progetti di vita, che strutturano a loro volta le altre forme societarie, compreso la Parrocchia.
Concretamente si osserva che la famiglia in questo momento ha spesso la necessità di un lavoro per entrambi i coniugi, con l’effetto più evidente della necessità di aiuti per l’assistenza ai figli, in primis, quando possono, i nonni. I ritmi di lavoro, a volte con turni molto vari, e la distanza della sede del lavoro da casa, possono avere pesanti ripercussioni nelle famiglie. D’altro canto la famiglia rappresenta il più valido ammortizzatore sociale, davanti a difficoltà lavorative, di malattia, ecc. Ora più che in passato questa sua importante risorsa deve essere tenuta in conto, per aiutarla a superare le difficoltà che la crisi economica comporta. Per questo, guardando la realtà con l’occhio della comunità ecclesiale, la pastorale parrocchiale, che ha le famiglie come referente privilegiato, deve tornare a parlare sia di lavoro, sia di stili di vita.
Silvana Migliorati, del Servizio SILOE, ha presentato i servizi che la diocesi svolge nei confronti del disagio. Mentre la “Caritas Ambrosiana” affronta i casi di povertà estrema, il servizio SILOE si confronta con il rischio della povertà in maniera polivalente: disagio di rapporto familiare, disagio di lavoro, disagio economico. La povertà sta cambiando volto: molte famiglie in crisi sono famiglie “normali” che, perdendo l’unica o principale fonte di reddito, devono ridimensionare il proprio tenore di vita. Il Servizio in primo luogo aiuta le persone a riscoprire le proprie risorse e a metterle in gioco, ma anche ad integrarle con altre conoscenze che le valorizzino, per poter trovare nuovi percorsi lavorativi. “Povero è chi non conosce le proprie potenzialità e non è in grado di acquisire conoscenze trasversali”; per restare nel concreto un esempio: non basta solo essere capaci operai specializzati o buoni artigiani, bisogna anche essere preparati a relazioni con il cliente, a gestire gli aspetti amministrativi ed economici, a utilizzare in maniera semplice i supporti informatici.
A fianco al Servizio Siloe esistono altre realtà che sostengono nelle difficoltà economiche e lavorative. La Fondazione san Bernardino si è specializzata nei casi di sovra-indebitamento, che richiedono non solo una risposta economica immediata, ma anche aiuto alle famiglie per gestire le proprie entrate, per evitare di ritrovarsi ben presto di nuovo in situazioni di bisogno. La Fondazione S. Carlo, tra le sue varie attività, sperimenta e sviluppa a progetto percorsi di tirocinio e inserimento lavorativo, borse lavoro, percorsi di tutoring e mediazione del lavoro in generale.
Quanto ascoltato ha permesso ai presenti di riscoprire che l’attenzione alla realtà sociale è un elemento forte della pastorale diocesana.
Importante è conoscere quanto viene compiuto da chi lavora per le emergenze, ma anche riscoprire che ognuno di noi può aiutare i propri “vicini”.
Per questo è in atto un progetto di “Famiglie tutor”, per preparare famiglie ad aiutare con disponibilità e affetto, ma anche con competenza, altre famiglie in difficoltà.

venerdì 12 marzo 2010

Ciao Suor Emma

Cara Suor Emma, te ne sei andata il 5 dicembre, all’inizio del lungo ponte di Sant’Ambrogio che introduce la stagione sciistica. La maggior parte di noi ha appreso la notizia leggendo sul Foglio della settimana della messa in tuo suffragio.
Che dire...... Ti ho conosciuta a metà degli anni settanta; io ero una giovane sposa e tu una suora di una certa età, piena di vita, che “dava i punti” a qualsiasi ragazza. A quei tempi ci si sposava giovani e subito si mettevano al mondo bimbi. Si diventava maggiorenni a 21 anni. Sembra ieri, ma mi rendo conto che sto parlando di un’altra epoca, un altro mondo.
Le suore già operavano con concetti pedagogici modernissimi. Secondo lo stile delle suore Figlie dell’Oratorio l’impegno non era solo quello di accudire i piccoli ma l’asilo era la sede naturale di attività catechistiche per le fanciulle e le ragazze. Di incontri e ritiri spirituali, di formazione della gioventù femminile, di celebrazioni liturgiche, ecc.” Le “ragazze” degli anni ‘60 e ’70 ricordano che, dopo l’orario di scuola, potevano accedere al giardino e lì, al fresco delle fronde degli alberi, si sedevano sulle panchine e si raccontavano le esperienze della giornata. All'occorrenza c'era sempre una suora che, con tatto, entrava nei loro discorsi, per dare il “giusto”indirizzo. Nel cortiletto interno, al piano superiore, c’era un’ampia saletta e le suore d’estate ospitavano le bambine che avevano i genitori che lavoravano,una sorta di oratorio estivo. Qualche mamma casalinga preparava la pastasciutta. Suor Emma, appena poteva, metteva in mano alle ragazze ago e filo; insegnava ad attaccare i bottoni, a fare un orlo, a ricamare, a lavorare all’uncinetto. Piccoli lavori di economia domestica, certo erano ormai passati i tempi in cui le bambine si trovano per preparare insieme il corredo per il matrimonio.
Qualche ragazza leggeva un libro, in genere di avventura o di storie. Conservo ancora l’unica “presina per pentola” fatta da mia figlia Laura: un cerchietto realizzato all’uncinetto, tutto a punto basso.
Suor Emma era maestra d’asilo con l’amore per il teatro: non c’era festa della mamma, Natale, Pasqua, festa di fine anno che non si preparasse uno spettacolo teatrale. Le suore, all’epoca, avevano un teatrino con palco sopraelevato posto nel sottochiesa, con ingresso dal cortile dell’asilo. Suor Emma e le consorelle avevano un paio di armadi pieni di vestitini adatti a tutte le occasioni. Le bambine e le ragazze andavamo dalle suore anche per dare una mano nell’accudire i piccoli, una sorta di preparazione al loro futuro essere mamme. Inoltre aiutavano nella preparazione dei canti, balli e piccole rappresentazioni per le varie feste dell’anno. Le rappresentazioni erano semplici, con balletti e canzoncine facili da imparare. Il pubblico, composto da genitori, nonne, zie, familiari era sempre commosso ed entusiasta.
Suor Emma, aiutata da un gruppo di genitori, aveva realizzato anche il bar delle ragazze. Era situato dove ora c’è la saletta Zerosix. Lei stessa era andata a prendere le piastrelle del pavimento e le aveva posate. Alle pareti, liste di legno, come le baite in montagna. Il bar era gestito dalle adolescenti: piccole cose, qualche caramella, bibite, tanti i giochi da tavolino come il Monopoli, la dama, gli scacchi.
Quando non c’era scuola, l’asilo era la casa di diverse ragazze; televisione, soprattutto nei pomeriggi d’estate ce n’era poca, giochi elettronici e cellulari erano di là a venire.
Qui mi fermo nella mia testimonianza di educazione cristiana.
Ricordo tutte le suore per la loro semplicità, competenza e carica gioiosa con cui costruirono, fuori da ogni modello o schema precostituito, un vero e proprio oratorio femminile.
Anche grazie ad esse oggi siamo mamme e nonne capaci di affrontare le sfide dell’educazione giovanile.
Stefania
Qui sotto qualche foto
Natale 1988 i pastori dormono, in attesa di essere risvegliati dall'Angelo


Feste di Natale 1989 e 1990


Festa della mamma 1989


Saggio di ginnastica
Virginia era l'istruttrice


Festa di fine anno 1991
l'insegnante era Suor Elisa

Suor Emma Canevara - In ricordo


Oggi – con questa Eucarestia – vogliamo esprimere riconoscenza affettuosa a Suor Emma Canevara che per tanti anni ha servito il Signore nella nostra comunità e che è tornata a Dio lo scorso 5 dicembre.
Con queste parole, sabato 13 febbraio 2010 alle 11, la voce guida ha introdotto la Santa Messa in suffragio di Suor Emma Canevara. La messa,celebrata da don Giorgio, si è svolta in modo pacato e commosso; presenti tante “donne mature”, ex-ragazze, mamme, nonne che l’hanno conosciuta, che sono cresciute con lei.
Pensando di fare cosa gradita a tutti coloro che non hanno potuto essere presenti, riporto i momenti salienti:

Nell’omelia Don Giorgio oltre a ricordare le virtù di suor Emma, ha letto la lettera scritta dalla Superiora suor Marilena durante la Messa funebre svoltasi a Lodi:

“Suor Emma si è dedicata ai più piccoli nella scuola dell’infanzia, ha amato la gioventù e ha cercato di donare quanto poteva con la carica della sua estrosa personalità.
Dotata di innato temperamento artistico aveva notevole talento per la pittura, per la musica, per la recitazione, per le attività pratiche che le permettevano di dare all’ambiente un tocco di colore e di fantasia. Molte sorelle senz’altro ricordano le recite, le operette che suor Emma sapeva allestire e in cui, con passione e amore, esprimeva le sue capacità creative. Con questi mezzi ha avvicinato molta gioventù a cui ha indicato le vie del Signore con un tocco di giovialità, secondo lo spirito delle Figlie dell’Oratorio. Suor Emma ha vissuto la relazione con il Signore e la sua vita consacrata con tutte le sfumature del suo carattere variegato. Aveva una forte devozione verso la madre di Dio; questo l’ha sostenuta nei diversi momenti di difficoltà e portato calma nel suo animo a volte scosso da tumultuose tempeste. La Madonna l’ha seguita tutta la vita e alcune coincidenze rafforzano questa fiducia. Suor Emma è nata nel mese di maggio, ha emesso i voti l’8 dicembre ed e stata chiamata dal Signore durante i giorni della novena in preparazione all’Immacoltata Concezione.
…………
Anche a nome del Consiglio porgo ai nipoti e ai parenti sincere condoglianze e invito tutte alla preghiera di suffragio per questa nostra sorella.
Auguro una buona continuazione d’avvento nei cuori di Gesù e Maria.”
Al momento delle Preghiere dei fedeli Suor Cristina, ha letto la seguente  intenzione:
Per tutte le Figlie dell’Oratorio che la Grazia della consacrazione che hanno ricevuto dia loro conforto nelle difficoltà e le custodisca nella fedeltà, affinchè continuino ad essere guida luminosa per ognuna di noi e per le ragazze che verranno. Preghiamo
Ai doni:
Le offerte raccolte durante questa Messa saranno destinate alle missioni delle nostre suore.
A fine Messa, dall’ambone, una “ex-ragazza” ha letto:
Cara suor Emma,
da anni ormai non eri con noi nella casa di via Ennio, ma sappiamo che hai pensato a noi, a tutte noi, per il tempo in cui sei rimasta lontano da san Pio.
Ci hai cercato e trovato ogni volta che sei passata di qui e il ritrovarci ci ridonava il tuo affetto, il tuo discreto appoggio, il tuo saggio consiglio.
Ora che ci hai lasciato, la tua assenza ci rattrista e vorremmo che la tua persona riempisse ancora le nostre giornate con le molteplici iniziative in cui eravamo continuamente coinvolte: soprattutto canto, recitazione nel teatro dove hai trascorso tanto tempo con noi, educandoci al Bene e accompagnandoci nelle sue vie con prudenza e competenza, proponendoci attività che impegnassero le nostre menti e i nostri cuori.
Non dimentichiamo che sei stata anche educatrice di tanti bambini, sostegno e guida per i loro genitori.
Tanti ricordi rimangono a consolazione del distacco e quanto ci hai donato e trasmesso: i tuoi esempi, i tuoi gesti di attenzione e di tenerezza verso di noi non si perderanno nel vuoto.
Le ex ragazze di S. Pio V

Al termine, dopo l’”andate in pace” nessuno aveva voglia di uscire dalla chiesa, così ci siamo fermati a parlare con le suore presenti, ricordando i tempi andati che ci sembrano sempre migliori di quelli d’oggi.
Stefania